STATUTO NAZIONALE “GILDA DELL’ALIMENTAZIONE”
Art. 1 – COSTITUZIONE E SEDE
E’ costituita la “Gilda dell’Alimentazione” di seguito denominata “Gilda” con sede da definire. La Gilda è regolata dal presente statuto e dalle norme vigenti in materia di associazioni.
E’ associazione corporativa, pluralista e libera da qualsiasi condizionamento, legame o vincolo con partiti, sindacati, associazioni e movimenti politici; persegue e tutela la propria autonomia, anche nell’ambito del suo funzionamento interno, mediante i principi e le regole contenute nel presente Statuto. L’Associazione ha durata illimitata e non persegue fini di lucro.
Art. 2 – NATURA E FINALITA’ DELLA GILDA
La Gilda ha una natura politica ma non partitica. Essa costituisce un contenitore partecipativo e rappresentativo offerto a tutte le persone che lavorano prevalentemente nel settore dell’alimentazione, indipendentemente dal loro orientamento ideologico, partitico o religioso.
Il suo fine è quello superare la sterile frammentazione del settore alimentare, promuovendo una comunità di lavoro incentrata su una concezione organica della società. Ciò vuol dire:
1) restituire ad ogni socio, secondo il proprio ruolo e la propria competenza, la libertà di discutere e di decidere tutte le questioni importanti legate al proprio comparto, come, per esempio, produzione, distribuzione, vendita, credito, fiscalità, previdenza, organizzazione del lavoro, regime pensionistico, stipendi minimi e massimi, giusto prezzo, formazione professionale e codici deontologici;
2) rimettere al centro dell’attività lavorativa la qualità dei prodotti e dei servizi forniti.
La gilda ritiene che tali valori siano stata lesi da un’ingerenza indebita della partitocrazia e di un’oligarchia economico-finanziaria monopolista e si coordina con gilde distributiste di altri comparti al fine di elaborare un’azione politica comune ed incisiva.
L’associazione uniforma il proprio Statuto ai seguenti principi distributisti:
a) Considerare la famiglia naturale formata da un uomo ed una donna uniti in matrimonio ed aperti all’educazione della prole quale elemento centrale della
vita economico-sociale.
b) Estendere più possibile la libertà delle persone di discutere e di decidere ogni
questione relativa all’esercizio del proprio lavoro il più possibile, restituendo poteri politici concreti ai vari comparti lavorativi. La gilda deve recuperare pienamente la funzione sociale e politica di regolare il mercato, attraverso un’attiva partecipazione di ogni suo membro, secondo i principi di equità e giustizia, costituendo le fondamenta di uno Stato distributista e sussidiario.
c) Estendere la proprietà dei mezzi di produzione il più possibile, a partire dal basso e dalle competenze e capacità dei singoli, contro la tendenza a tenere separati e
distinti capitale e lavoro. La gilda contrasta la formazione di monopoli e la concentrazione di proprietà produttiva nelle mani di pochi. La tendenza a favorire l’unione tra capitale e lavoro viene intesa come applicazione della giustizia, sia commutativa sia distributiva, e come presupposto indispensabile per la realizzazione della stabilità e della prosperità necessarie ad una vera libertà economica e quindi al bene comune.
d) puntarepergliscambidibenieserviziadutilizzareundenaroomonetache,al momento dell’emissione, sia privo di debito verso il sistema bancario e di interessi.
Su questi quattro principi fondamentali si basano i seguenti corollari:
1) Considerare il lavoro nell’ambito del settore alimentare come uno strumento finalizzato alla crescita ed allo sviluppo della persona, intesa quest’ultima come unità integrata di corpo, psiche e spirito, contro la mercificazione del lavoratore ed una mentalità livellatrice.
2) Considerare il principio di solidarietà quale valore centrale ispiratore delle decisioni e delle azioni dei propri soci.
3) Considerarelacompetenzaprofessionalequalecriteriogerarchiconaturale,integratoal principio della collegialità democratica tra pari
4) perseguire la collaborazione intergenerazionale al fine di garantire la continuità temporale dell’impresa ed il mantenimento delle competenze, esperienze e risorse acquisite.
5) considerareilpluralismodelleformediimpresaqualeconseguenzadellalibertà politica ed economica della gilda e quale fonte di sviluppo per le persone, per l’economia e per la società civile.
6) considerare l’autonomia finanziaria come fattore necessario ed indispensabile alla libertà economica e politica.
Inoltre, la Gilda si ripromette di svolgere le seguenti funzioni:
1) Articolarsi al proprio interno in maniera organica in gruppi e sottogruppi, relativi ciascuno ad uno specifico comparto del settore alimentare.
2) tutelare e rappresentare a livello locale i propri soci nei rapporti con le istituzioni, con le amministrazioni, con gli enti e con ogni altra organizzazione di carattere politico, economico o sociale.
3) collaborare con altre articolazioni settoriali e categoriali a livello locale, nazionale ed internazionale
4) valorizzare gli interessi delle imprese, delle attività professionali e dei lavoratori autonomi e dipendenti associati, promuovendo e riconoscendone il precipuo ruolo economico e sociale;
5) organizzare ed erogare ogni tipo di servizio di informazione, formazione, assistenza e consulenza alle imprese e agli imprenditori associati e ai loro collaboratori, in coerenza con le loro esigenze di sviluppo economico, di qualificazione e di supporto;
6) prevenire e contrastare di ogni forma di criminalità.
Art. 3) Adesione ed Inquadramento degli Associati
3.1 – Possono aderire alla Gilda, in qualità di socio effettivo, singole persone, lavoratori autonomi o dipendenti, imprese, cooperative e qualunque altro soggetto che possa dimostrare un coinvolgimento lavorativo prevalente nell’ambito del settore alimentare.
3.2 – Non sono ammessi alla Gilda né coloro che fanno parte di qualsiasi loggia massonica o di società con finalità segrete, né coloro che sono iscritti a qualsiasi partito o svolgono incarichi retribuiti in qualsiasi sindacato od organizzazione professionale. La quota totale di persone iscritte a sindacati di categoria non può comunque superare il 10% del numero complessivo dei soci.
3.3 – Ciascun socio individuale che entra a far parte della Gilda è tenuto al pagamento della quota di contribuzione secondo la misura e le modalità stabilite dai competenti Organi associativi ed ha diritto alla partecipazione alla vita associativa e ad avvalersi delle relative prestazioni, conformemente a quanto stabilito dal presente Statuto nazionale.
3.4 – I soci che non siano in regola con il pagamento delle quote associative, in corso e/o pregresse, e che comunque si trovino in posizione debitoria non possono esercitare i rispettivi diritti associativi.
3.5 – La domanda di associazione, previa presa visione dello Statuto, va presentata al Comitato Direttivo, che ha la facoltà discriminante insindacabile di approvarla entro 15 giorni.
Art. 4 – PERDITA DELLA QUALIFICA DI SOCIO
La qualifica dell’associato può venir meno per:
4.1 – decesso;
4.2 – dimissioni comunicate per iscritto al consiglio direttivo;
4.3 – decadenza, conseguente al venir meno del rispetto delle regole sottoscritte al momento dell’iscrizione, fatto, questo, che deve essere verificato e sanzionato dal consiglio direttivo; 4.4 – delibera di esclusione assunta dall’assemblea su proposta del consiglio direttivo per motivi di incompatibilità, per aver contravvenuto alle disposizioni del presente statuto o per altri comportamenti contrastanti lo spirito solidaristico dell’associazione.
Art. 5 – ORGANI DELL’ASSOCIAZIONE
Sono organi dell’associazione:
– l’assemblea
– il consiglio direttivo
– il presidente
– il vice-presidente
– il tesoriere
– il segretario
– Il responsabile dell’organizzazione interna – responsabile delle pubbliche relazioni
– gruppi, sottogruppi
– commissioni tecniche e di studio
– collegio dei probiviri
– sedi locali
Art. 6 – L’ASSEMBLEA
L’assemblea è costituita dai soci di tutte le categorie professionali. L’assemblea viene convocata dal Presidente mediante avviso scritto ovvero per posta elettronica indicante il giorno, l’ora, il luogo, l’oggetto della seduta. L’assemblea si riunisce in sessione ordinaria almeno una volta l’anno in occasione dell’approvazione del bilancio preventivo, del conto consuntivo e della discussione ed approvazione del programma di iniziative per l’anno successivo. La sessione straordinaria è convocata dal presidente per propria iniziativa o per deliberazione del consiglio direttivo o su richiesta di almeno un quinto dei soci. All’assemblea spettano i seguenti compiti:
– deliberare sui punti iscritti all’ordine del giorno;
– nominare e revocare, su proposta del consiglio direttivo, i soci onorari;
approvare il bilancio preventivo ed il conto consuntivo;
– nominare i componenti del consiglio direttivo;
– deliberare sulle modifiche allo statuto; stabilire le quote annue di contribuzione,
in relazione alla capacità economica di ciascun socio.
Le riunioni dell’assemblea, in prima convocazione, sono valide con la partecipazione della metà più uno dei componenti, e in seconda convocazione qualunque sia il numero dei presenti. Le deliberazioni dell’assemblea sono sempre approvate a maggioranza dei voti. Nelle deliberazioni di approvazione del bilancio o in quelle che riguardino la loro responsabilità i membri del consiglio direttivo non hanno diritto di voto. Per modificare lo statuto occorre la presenza della maggioranza degli associati ed il voto favorevole della maggioranza dei presenti e della maggioranza del consiglio direttivo. I primi tre articoli del presente Statuto sono comunque immodificabili. Il diritto – dovere di partecipare all’assemblea ed il diritto di voto sono personali e non delegabili ad alcuno: l’associato può farsi rappresentare da un altro associato, purché non investito di alcuna carica sociale, solamente nel caso di assemblea ordinaria che approvi il bilancio.
Art. 7 – CONSIGLIO DIRETTIVO
L’associazione è diretta da un consiglio direttivo composto da non meno di tre e in numero comunque dispari. Il consiglio direttivo, nella prima seduta, elegge il presidente, il vice-presidente, il tesoriere ed un segretario, i quali dureranno in carica tre anni e sono rieleggibili. Il primo consiglio direttivo è nominato con l’atto costitutivo.
Tutte le cariche sono gratuite.
Il consiglio direttivo:
– ha il compito di perseguire i fini statutari dell’associazione;
– convoca le assemblee ordinarie e straordinarie per il tramite del presidente;
– ha la responsabilità dell’andamento amministrativo dell’associazione e deve darne il resoconto consuntivo annuale; cura la pubblicazione degli atti dell’associazione.
Sono di competenza del consiglio tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione, eccettuati solo quelli espressamente riservati all’assemblea.
Il consiglio direttivo si riunisce di regola una volta ogni sei mesi per gli argomenti di sua competenza e potrà essere convocato ogniqualvolta sia ritenuto necessario dal presidente o da un terzo dei suoi componenti.
La convocazione è fatta mediante lettera raccomandata ovvero mediante posta elettronica spedita ai consiglieri almeno dieci giorni prima di quello fissato per l’adunanza.
Il consiglio è presieduto dal presidente o, in sua vece, dal vice-presidente, in mancanza anche di questi, da altro membro designato di volta in volta dal consiglio stesso. Il consiglio delibera a maggioranza semplice, qualunque sia il numero degli intervenuti. Alla redazione dei verbali provvede il segretario. Il consiglio direttivo può delegare in tutto o in parte le attribuzioni del segretario ad uno o più dei suoi membri, che costituiranno l’ufficio di presidenza.
ART. 8 – IL PRESIDENTE, Il VICE-PRESIDENTE, IL TESORIERE, IL SEGRETARIO, I RESPONSABILI DELL’ORGANIZZAZIONE INTERNA E DELLE PUBBLICHE RELAZIONI
8.1 – Al presidente o, in sua assenza o impedimento, al vice-presidente spetta la firma sociale e la rappresentanza dell’associazione di fronte a terzi, in giudizio o anche in sede amministrativa. Il presidente e il vice-presidente potranno nominare procuratori speciali per singoli atti o categorie di atti. Al presidente o, in sua assenza o impedimento, al vice-presidente o a persone da essi delegate spetta in particolare la firma di tutte le operazioni presso banche, casse di risparmio o altri istituti di credito, tesorerie ed uffici postali ove siano versate le somme e i valori a disposizione dell’associazione con facoltà di incassare e rilasciare quietanze e discarichi per qualsiasi credito o rimessa di pertinenza sociale.
8.2 –
8.3 – Il tesoriere cura la gestione finanziaria dell’associazione
8.4 – Il Consiglio Direttivo nomina il Responsabile dell’Organizzazione Interna, che si occupa di gestire il coordinamento delle risorse umane all’interno dell’associazione, ed il Responsabile delle Pubbliche relazioni, che cura i rapporti con la stampa, i mass-media ed in generale le
Il segretario provvede alla stesura dei verbali delle riunioni del consiglio direttivo in
apposito libro, cura la tenuta degli atti e dei libri sociali, tiene il protocollo della
corrispondenza in arrivo ed in partenza.
istituzioni esterne all’associazione, in stretta collaborazione con il Consiglio Direttivo.
ART. 9 – Gruppi di Studio o Sottogruppi
All’interno dell’associazione nazionale o locale, singoli soci, in numero minimo di 3, possono dare vita, in base alle esigenze del momento, a Gruppi di Studio o Sottogruppi, con finalità di ricerca od operative, al fine di ottimizzare il coordinamento delle risorse e della comunicazione interna. Tali gruppi devono ricevere l’autorizzazione da parte del Consiglio Direttivo Nazionale o Locale.
Art.10 – Commissioni tecniche o di studio
Previa autorizzate del Consiglio Direttivo, un numero minimo di almeno 3 soci della gilda possono costituire Commissioni Tecniche o di Studio con lo scopo di approfondire singole tematiche, dal punto di vista operativo o teorico, avvalendosi anche di esperti esterni.
Art. 11 – Collegio dei probiviri (organo facoltativo)
11.1 – Il Consiglio Direttivo può eleggere un numero minimo di tre ma comunque dispari di probiviri, tra i membri della gilda che non siamo parte del direttivo.
11.2 – Il Collegio svolge i seguenti compiti:
a) sorveglia sulla rispondenza del comportamento dei Soci alle norme dello Statuto, del Codice Deontologico e più in generale delle norme di buona condotta dettate dalla legge e dal senso comune;
b) esamina le segnalazioni di atti e comportamenti dei Soci che possano configurare violazioni delle norme di condotta di cui al comma precedente e, laddove ne ravvisi la fondatezza, intraprende i necessari procedimenti disciplinari;
c) al termine di ogni procedimento, sottopone al Consiglio Direttivo gli atti dello stesso con le conclusioni del Collegio, comprensive di eventuali proposte di provvedimenti.
ART.12. – SEDI LOCALI
12.1 – Qualora sui singoli territori si riunissero almeno tre soci, questi, previa approvazione da parte del Consiglio Direttivo Nazionale, potrebbero dar luogo a “sedi” locali, che, dal punto di vista organizzativo, seguiranno lo stesso statuto dell’associazione nazionale. Le singole sedi potranno discutere, elaborare e proporre iniziative ma, prima di attuarle, dovranno darne comunicazione al Consiglio Direttivo, che ne valuterà la conformità ai principi e alle finalità associative e potrà esprimere un veto o eventualmente suggerire modifiche.
12.2 – Il Comitato Diretto Nazionale ha il compito di coordinare le varie sedi locali e, a tal fine, può indire, ove lo richiedano le circostanze, delle riunioni dei rappresentanti dei direttivi locali.
ART. 13 – FONDI DELL’ASSOCIAZIONE
Le risorse economiche dell’associazione sono costituite da:
– la quota associativa, il cui ammontare è stabilito dall’assemblea;
– gli eventuali contributi straordinari deliberati dall’assemblea in relazione a particolari iniziative che richiedono disponibilità eccedenti quelle del bilancio ordinario;
– i contributi erogati da pubbliche amministrazioni, da enti locali, da aziende private o pubbliche o da altri sponsor saranno soggetti al vaglio del Consiglio Direttivo e dovranno avvenire in sintonia con i principi fondanti associativi stabiliti dal presente statuto;
– i proventi derivanti dall’attività dell’associazione.
I soci di qualsiasi categoria non potranno mai vantare diritti sul patrimonio sociale.
ART. 14 – DURATA E SCIOGLIMENTO
La durata dell’associazione è illimitata, ma potrà essere sciolta con delibera dell’assemblea straordinaria dei soci. In caso di scioglimento dell’associazione, richiesto e deliberato dai 4/5 dei componenti dell’assemblea, il consiglio direttivo assume le funzioni di liquidatore. In caso di eventuali residui attivi del bilancio, questi saranno devoluti ad associazioni o enti con finalità similari, secondo le indicazioni dell’assemblea.
ART. 15 – RINVIO
Per tutto quanto non previsto dal presente statuto si rinvia alle disposizioni di legge in materia, nonché ai principi generali dell’ordinamento.